iDO FAMILY

08 giugno 2018
SCRITTO DA: Lenny Pellico
TAG: famiglia

Mini assistente fotografa di papà!

Avevo progettato e immaginato la mia vita da padre per nove mesi, avevo sognato e disegnato possibili linee di connessione con mia figlia, confini e contorni. Avevo desiderato che potesse condividere la mia vita, le mie passioni, ma spesso, in modo ignorante e superficiale, sapevo che lei sarebbe stata femmina. Quindi diversa da me.

E questo metteva distanza, sapevo che avrebbe amato cose diverse, che avrei dovuto fingere interesse per bambole e vestitini. Perché nel 2018 ancora lo pensiamo tutti, perché la modernità e il femminismo sono battaglie da piazza, ma in casa è tutto diverso. Che se lei indossa un jeans e una maglia blu mi chiedono se sia femmina o maschio.

E ancora, nonostante la targhetta in ospedale con il suo nome stampato, le infermiere dicevano che bel bambino.

Lei, che si diverte con poco, le aveva comprato volutamente dei body gialli- verdi –azzurri.

Lei fa così, passa il tempo a testare l’intelligenza umana. E spesso, vince Lei e perde la modernità.

Femmina e inizi a preoccuparti solo di quando dovrai dividerla con altri. E pensi subito a un uomo, ma potrebbe essere donna o sola. Inizi a pensare a quando vorrà andare a studiare fuori, ma non pensi che vorrà uno zaino e girare per il mondo. Immagini di quando la porterai all’altare, ma non pensi mai che ti inviterà a fare il giro dell’Islanda. Solo noi due perché Papo voglio farlo con te questo viaggio (perché Mini questo viaggio voglio farlo con te).

Perché te la immagini al saggio di danza classica, ma mai al concerto della sua band. Perché, la vedi che si laurea con il massimo dei voti, ma mai a lavorare a 20 anni a Cupertino.

No, perché è femmina.

E io, come dice Lei, sono un provincialotto con la testa da contadino (ne vado fiero) e penso in modo lineare e semplice. Non pensavo, che Mini avrebbe costruito nuove connessioni, ridisegnato contorni e nuovi confini. Non avevo la minima idea che potesse appassionarsi alla mia musica, al mio mondo, alle mie passioni, al mio cibo, ai miei colori. Al mio lavoro.

Non pensavo che mi avrebbe proiettato nell’era moderna, nel femminismo vero. Quello che queste bambine ribelli sanno fare, senza urlare.

Non avevo idea che una mattina di una domenica qualunque, l’avrei trovata a giocare con la luce che filtrava dalla finestra, come piace a me. Non avevo idea che avrebbe iniziato a fare le prime foto a due anni, che avrei finto di comprare una macchina leggera per Lei, quando in realtà era per Mini.

Che la usa, la ama e si diverte. Perché è vera.

Che sto attento a non parlarle troppo delle mie passioni perché ho paura che poi in adolescenza si ribelli. E poi ritrovo le sue manine che muovono obiettivi e spostano luci.

Lascio volutamente piccoli set in giro per la casa, dei props, la sua macchina fotografica, le polaroid. E aspetto..

Aspetto che i suoi occhi decidano, che le sue mani mettano a fuoco e che i suoi sogni scattino ricordi.

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